Luca Rasponi

Giornalista e addetto stampa, scrivo per lavoro e per passione.

Vita da commessa, episodi realmente accaduti tra ironia e precarietà

9 febbraio 2017

Pubblicato su

Vita da comessa - CopertinaÈ un blog seguitissimo, una pagina Facebook con quasi 60mila fan e dal 19 gennaio anche un volume a fumetti: Vita da commessa – Episodi realmente accaduti è tutto questo e molto di più, visto che ormai raduna intorno a sé una community entusiasta e gremita.

Come mai? Perché racconta in modo vero e divertente l’esperienza quotidiana dell’autrice Laura Tanfani, commessa in un negozio di abbigliamento, tra episodi assurdi e momenti difficili. Esperienze in cui per un verso o per l’altro può ritrovarsi chiunque, tra le varie tipologie di cliente o magari per un’esperienza anche breve dall’altra parte del registratore di cassa.

A me per esempio è capitato di fare il commesso nei tre mesi più infuocati dell’anno (novembre-gennaio) in un negozio di videogiochi all’interno di un centro commerciale: la mia esperienza ha reso ancora più spassosa e solidale la lettura di Vita da commessa, ma è certo che – per stile e tematiche – il fumetto è in grado di far scattare l’empatia di qualsiasi millennial.

La serie di vignette e testi riportati nel volume pubblicato da Becco Giallo, infatti, racconta una storia tipica della nostra generazione: una ragazza nata nel 1988, laureata, che si ritrova a fare la commessa in un negozio d’abbigliamento e racconta la sua esperienza attraverso i social.

Il successo di Vita da commessa, quindi, non può essere una sorpresa per chi osserva attentamente la realtà di oggi e in particolare il rapporto tra giovani e mondo del lavoro. Perché di questo, in fondo, parla con la sua creazione Laura Tanfani.

E lo fa prima di tutto con la forza dell’ironia totale tipica della Rete e di una generazione che la popola come suo habitat naturale. Un esempio?

Si sta come a Dicembre - Vita da commessa

E di esempi ce ne sarebbero da fare all’infinito, perché Vita da commessa fa davvero piegare in due dal ridere soprattutto con le vignette – colorate da Sara Antonellini – in generale più immediate ed efficaci rispetto al testo scritto. Ma già da questo primo esempio si intuisce il discorso sotterraneo che attraversa tutto il volume: quello sulla condizione precaria dei giovani lavoratori, che l’ironia riesce a stemperare solo fino a un certo punto.

In un contesto in cui scelte come l’apertura domenicale sono ormai considerate la norma, spicca la quantità di tempo e stress che un impiego del genere porta con sé nei mesi di dicembre e gennaio, con la corsa ai regali di Natale prima e ai saldi poi. Chi lavora o ha lavorato in un grande negozio o in un centro commerciale lo sa: ritmi frenetici, settimane intere senza un giorno di pausa, festivi compresi.

«Il negozio diventa la tua casa, i colleghi la tua famiglia. Non distingui più il giorno e la notte, le domeniche e i lunedì. Il tempo non esiste, le feste non esistono, le ferie non esistono. Nemmeno tu, alla fine. L’unico momento in cui riesci a riprendere contatto con la realtà è quando vai in bagno. Oasi di pace».

Saldi - Vita da commessaIn queste parole c’è ironia ma anche molta verità. È il bello di Vita da commessa, che tra una risata e l’altra ti fa pensare a quando sei stato scortese o hai preteso l’impossibile da una persona che sotto Natale o durante i saldi sta lavorando a ritmi impossibili mentre gli altri si divertono.

È ovvio, come scrive l’autrice, che ci siano molti lavori peggiori della commessa, ed è altrettanto ovvio che tanti altri settori siano impegnati nei festivi. Quello su cui vale però la pena soffermarsi è quanto possa diventare alienante un lavoro in cui, spesso, i clienti si rivolgono a te come se tu non fossi neanche un essere umano, dimenticando i fondamenti dell’educazione.

Tutti i lavori a contatto con il pubblico sono stressanti, ma nel mondo dello shopping compulsivo – e in particolare nel settore dell’abbigliamento – sembra normale che il rispetto per le persone e i diritti dei lavoratori passino in secondo piano di fronte al consumo sfrenato di beni necessari ormai solo in teoria.

E così capita che mentre un giorno siamo utenti, clienti o cittadini che pretendono di tutto e di più da chi hanno di fronte, il giorno dopo siamo lavoratori spremuti, in attesa del weekend o con l’ansia delle ferie che quando sono appena iniziate stanno già per finire. Vivendo una continua contraddizione senza nemmeno rendercene conto.

In un contesto del genere, Vita da commessa è un bel raggio di luce: perché inevitabilmente illumina anche quello che non va, ma lo fa in modo leggero, divertente, con un’ironia che prevale su tutto quanto. Del resto, come si fa a non ridere di fronte a una trovata del genere?

Laura e Siri - Vita da commessa

 

Leggi l’articolo originale su Discorsivo.

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