Il ritorno di Corto Maltese
Il marinaio con l’orecchino creato nel 1967 da Hugo Pratt torna a vent’anni dalla scomparsa del fumettista veneziano con l’inedito “Sotto il sole di mezzanotte” (Rizzoli-Lizard).
Corto Maltese è tornato. Dopo vent’anni di attesa il marinaio è di nuovo protagonista di un’avventura, l’inedita “Sotto il sole di mezzanotte” che anche è la trentesima della sua storia e la prima non firmata da Hugo Pratt.
Dopo l’annuncio dato circa un anno fa da Le Figaro, l’aspettativa nel mondo della bande dessinée era nell’aria. La sfida, per i nuovi autori, mantenere saldo il legame con il passato senza ripetere quanto già visto. Juan Dìaz Canales e Rubén Pellejero non si sono tirati indietro, proponendo una storia in sintonia con le atmosfere di Pratt, che ne riprende tematiche e stilemi ma apre a Corto Maltese nuove prospettive per il futuro.
Il tentativo di attualizzare il personaggio senza snaturarlo sembra comunque favorito dalla situazione del mondo attuale. Scrive infatti Tristan Garcia nell’introduzione: «Corto Maltese è nel suo elemento naturale quando le frontiere non sono nette. Ora, per una curiosa piroetta della storia, in quest’uomo di ieri ritroviamo l’uomo di domani. Basta guardare la carta geografica: un immenso caos umano in cui le linee di confine non hanno più valore. In un mondo così, Corto Maltese torna a essere una possibilità».
Il tema dei confini attraversa tutta la narrazione, portando Corto da San Francisco all’Alaska e al Canada, sulle tracce del suo vecchio amico Jack London. Lo scrittore – comparso più volte, al pari di altri personaggi realmente esistiti, nelle storie di Pratt – lo prega infatti di consegnare una lettera a una donna conosciuta ai tempi della corsa all’oro. Corto parte quindi per un’avventura che lo porterà tra i ghiacci artici in compagnia di balenieri americani, rivoluzionari inuit ed esploratori britannici, ribelli d’Irlanda e guardie canadesi, in un meltin’ pot che costituisce da sempre la forza delle sue storie.
Questi incontri permettono a Canales – tra frequenti citazioni geografiche e letterarie nella miglior tradizione prattiana – di affrontare il tema del razzismo e non solo: la prima visita di Corto Maltese negli Stati Uniti, infatti, dà lo spunto per una critica allo stile di vita Usa e all’Esposizione Universale del 1915, che di quello stile di vita è l’emblema più nitido (e attuale).
Corto Maltese è ancora come lo avevamo lasciato: idealista ma profondamente indipendente nella scelta delle sue battaglie. Il merito di Canales e Pellejero è quello di riuscire nell’obiettivo di attualizzare questo strano personaggio, un gentiluomo di ventura del secolo scorso che parla con forza critica e originalità del nostro presente.
Non mancano comunque i riferimenti alla storia del marinaio: dai personaggi (Rasputin e London) alle avventure passate, fino a una doppia sorpresa finale che emoziona senza clamore, con la delicatezza tipica delle storie di Corto. Questo è possibile anche grazie a una realizzazione grafica impeccabile: il lavoro di Pellejero contribuisce alla confezione di un’opera pienamente all’altezza delle aspettative che ne avevano preceduto la pubblicazione.
Se i ritorni eccellenti fossero tutti di questo tenore ci sarebbe da festeggiare in questi tempi di remake, revival e simili. Purtroppo non è così. Ma Corto Maltese, abituato com’è a essere controcorrente, può vantare un ritorno degno degli antichi splendori.
Questo articolo è una sintesi di quello uscito l’8 ottobre 2015 su Discorsivo: leggi la versione integrale.
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