Quanto è attuale Hellblazer, di Jamie Delano
Alcune storie sono fuori dal tempo. Sembrano non subire il suo trascorrere, e da questa apparente immutabilità scaturisce il loro fascino. Altre invece sono figlie della loro epoca, si possono capire solo conoscendo il momento storico che le ha generate, e sono uno strumento sorprendente per capire il periodo da cui traggono origine.
Hellblazer di Jamie Delano appartiene alla seconda categoria: legate a un preciso contesto temporale e geografico, sociale e politico, le prime storie con protagonista John Costantine possono apparire, a una prima occhiata, avare di quelle emozioni e di quel pathos che il lettore cerca abitualmente nei fumetti seriali americani.
Guardando meglio, però, ci si accorge che il valore di queste storie risiede nel racconto umano e sociale, nella capacità rara di narrare qualcosa di vero, vicende di personaggi che affrontano difficoltà scomode in maniera non stereotipata, uscendone spesso sconfitti e comunque cambiati, in un’epoca in cui la cose erano particolarmente difficili per chi si trovava a vivere ai margini.
Hellblazer nasce nel pieno degli anni ’80, quando l’editor Karen Berger cerca di autori per la Vertigo, nuova etichetta Dc destinata a un pubblico più adulto e maturo. Il personaggio di John Costantine – già in pista da qualche anno su altre testate – è considerato un candidato ideale per il progetto, e così nel gennaio 1988 la nuova serie vede la luce.
Creato da Alan Moore sulle pagine di Swamp Thing n. 37 (1985), Costantine può essere definito un mago metropolitano del XX secolo, con il volto di Sting e un trench sempre addosso in perfetto stile londinese.
Alla sceneggiatura della nuova testata c’è il giovane Jamie Delano, concittadino e pupillo dello stesso Alan Moore, che collega più di una tra le prime storie di Constantine alle vicende raccontate dal suo collega e mentore con protagonista l’Elementale della Palude.
Le copertine della serie sono curate dal visionario Dave McKean, in un ripetuto scambio artistico e narrativo con Sandman, altra ammiraglia della Vertigo. Il disegnatore per i primi 11 numeri è invece John Ridgway, seguito da una serie di artisti tra cui spiccano ospiti eccellenti come David Lloyd e lo stesso McKean.
Nel corso della sua gestione, che dura 40 numeri, anche Delano si concede qualche pausa. Ma le guest star chiamate a sostituirlo non lo fanno rimpiangere: Grant Morrison (numeri 25-26) e Neil Gaiman (27) dimostrano tutto il loro talento alla prova con le storie del mago inglese.
Riguardati oggi, questi albi hanno un solo punto debole: il colore. Se paragonate agli odierni effetti digitali, le “tinte unite” in voga negli anni ’80 risultano piuttosto imbarazzanti, con le magistrali eccezioni dei colori di Lloyd e McKean per le proprie tavole.
E le storie? Cosa raccontano del protagonista? Innanzitutto la sua vita, caotica e tormentata. John Costantine dovrebbe essere un maestro dell’occulto, eppure sembra più un disadattato perseguitato dai suoi problemi e da un senso di colpa che pare costringerlo a risolvere anche quelli dei suoi amici (in modi peraltro piuttosto discutibili).
Dopo la battaglia contro il potente demone Mnemoth, capace di spingere gli esseri umani a divorare l’oggetto dei loro desideri più profondi e compulsivi (con risultati spesso raccapriccianti), John affronta Blathoxi e un gruppo di ambiziosi yuppies infernali, decisi a cavalcare l’onda del liberismo imperante per il proprio tornaconto economico.
Da tutte queste situazioni, in cui la magia e il sovrannaturale si mischiano spontaneamente alla politica e alla vita di tutti i giorni, Constantine esce sempre per il rotto della cuffia e con una buona percentuale di improvvisazione. Tutt’altro che un eroe, insomma: ma qui risiede parte del suo fascino, che ha il sapore delle sigarette Silk Cut e di una moralità sempre ambigua e mai decifrabile in maniera lineare.
Gli anni ’80 sono i grandi protagonisti della serie insieme a John, che nell’Inghilterra thatcheriana impara a conoscere da vicino il disagio sociale in tutte le sue forme: povertà e solitudine, odio razziale e omofobia, tossicodipendenza e alcolismo, paranoia per la diffusione dell’Aids e paura dell’atomica.
E nel frattempo porta avanti le sue battaglie: contro l’Inferno ma anche contro il Paradiso, fronteggiando i Crociati della Resurrezione con l’aiuto sgradevole e inaspettato del demone Nergal, che dona a John il suo sangue carico di potere e conseguenze pericolose. Il tutto lasciandosi dietro una scia di cadaveri, che nella maggior parte dei casi sono suoi amici, colpevoli solo di essere utili agli scopi di Costantine.
Se Dylan Dog rappresenta la capacità di affrontare l’orrore senza arretramenti rispetto ai propri valori, Costantine assomiglia più a John Doe, forse il personaggio italiano maggiormente influenzato da Hellblazer. La morale per lui diventa spesso un limite da superare, ma non senza conseguenze: perché le colpe di John lo tormentano sotto forma di fantasmi, compagne e amici caduti che sembrano provenire da un luogo preciso del suo passato: Newcastle.
È in questo luogo che Costantine ritorna per la prima resa dei conti della gestione Delano: dopo il flashback del numero 11, che racconta i drammatici fatti di Newcastle, l’anno d’esordio della testata si conclude con lo scontro finale tra Nergal e John, che lascia spazio a un nuovo scenario.
Costantine è ricercato per una serie di omicidi che non ha commesso, e nel tentativo di nascondersi si imbatte nei Protestanti per la Liberà, una comunità alternativa dove fa amicizia con la giovane Mercury (in realtà una potente medium) e sua madre Marj.
È l’inizio della storia in nove parti La macchina della paura (Hellblazer 14-22), in cui il Nostro fronteggia il pugno duro della polizia e un’operazione segreta per il controllo emotivo delle persone. Massoneria, occultismo e teorie della cospirazione si mescolano in uno story arc dai chiari echi lovecraftiani, che nel finale offre al protagonista una inaspettata possibilità di rinnovamento.
Ma dopo un breve intermezzo dal gusto letterario, ecco che John si ritrova invischiato in un’altra brutta storia: la caccia al serial killer Family Man, che costringe Costantine a confrontarsi con le questioni irrisolta della sua vita, ancora una volta senza riuscire a fare compiutamente i conti con i suoi sensi di colpa.
Qualcosa di inconfessabile e ancor più buio del male di Newcastle sembra tormentare John, qualcosa che lo fa scivolare in una lenta depressione e che solo i poteri mentali di Mercury possono aiutarlo a comprendere. Con il numero 34 della serie parte la rincorsa al gran finale della run di Jamie Delano, che regala emozioni e sorprese fino all’ultimo episodio.
L’attenzione ora è interamente concentrata su John e sulla ricerca interiore dei motivi della sua angoscia. Mentre al gruppo si unisce anche Martin, un ragazzo vegetariano in fuga dal brutale e oppressivo padre macellaio, John scopre finalmente che la fonte del suo malessere è l’ancestrale senso di colpa per l’uccisione del fratello gemello, morto durante il parto insieme alla madre.
Il gemello mai nato è il ragazzo d’oro che Contantine non riesce ad essere, e che morendo si è portato via il suo lato migliore: riunendosi a lui, John riesce finalmente a trovare la sua strada, cogliendo la possibilità di essere compiutamente un mago.
Sciolto questo nodo esistenziale, Costantine ha l’ennesima opportunità di ricominciare da zero: lo farà questa volta? Non c’è da esserne troppo sicuri, visto quello che gli accadrà con lo story arc successivo, l’indimenticabile Abitudini pericolose di Garth Ennis.
Ma questa è un’altra storia, bellissima anche se molto diversa dalle atmosfere di Jamie Delano. Che ha saputo raccontare l’Inghilterra degli anni ’80 attraverso gli occhi degli outcast, degli irregolari e di tutti coloro che hanno subito sulla propria pelle il decennio più edonistico e sfrenato del secolo scorso.
Qualcuno sosterrà che il forte legame di queste storie con l’epoca in cui sono state scritte ha un punto debole: ha fatto subire loro il passare del tempo, invecchiandole. Personalmente non sono d’accordo: basta guardarsi intorno, vedere il ritorno prepotente del liberismo economico e il disagio sociale che porta con sé. Osservare il mondo di oggi, scoprire che assomiglia a quello degli anni ’80 più di quanto ci si potrebbe aspettare. E accorgersi di quanto è attuale Hellblazer, di Jamie Delano.
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Dedicato a Matteo, che se n’è andato un anno fa. Per avermi aperto gli occhi sul valore di quel tesoro del fumetto che è Hellblazer, di Jamie Delano.