Nazivegan Heidi: Don Alemanno colpisce ancora
Chi si aspettava una banale parodia dovrà ricredersi. Nazivegan Heidi – l’ultima creatura di Don Alemanno, per l’occasione insieme a Boban Pesov – è una spassosa e irriverente origin story di un’Heidi come non l’avete mai vista.
Se siete allergici al politicamente scorretto forse vi conviene astenervi. Ma se non siete esattamente dei puritani e amate prendervi un po’ in giro, questo è il fumetto che fa per voi. Io che sono convintamente antifascista e vegetariano ho riso come un matto dalla prima all’ultima pagina.
Perché Nazivegan Heidi non è solo divertente, è anche scritto e disegnato molto bene. A partire dalla sceneggiatura di Don Alemanno, che si sgancia quasi subito dal solco della storica serie animata, per diventare imprevedibile e sorprendente.
Le versioni rivisitate dei personaggi, poi, sono ben caratterizzate: dalla protagonista a Peter, dal nonno a Clara fino alla signorina Rottermeir, riescono tutti a strappare una risata dietro l’altra senza diventare grotteschi o improbabili.
I disegni di Boban Pesov – supportato da un’ottima squadra di coloristi – completano il quadro alternando con estrema versatilità paesaggi bucolici apparentemente usciti dall’anime a scene di sesso, violenza, incontri ravvicinati del terzo tipo e chi più ne ha più ne metta.
È questo incontro di opposti il segreto di Nazivegan Heidi. La scintilla infatti scatta nel momento in cui la bambina, mentre il nonno paterno tenta di trasmetterle il suo bagaglio da vecchio nazista, diventa consapevole di un amore per gli animali che la spinge a passare all’azione.
L’incontro con Clara – che nel fumetto è un’attivista pro veg – e il contatto con una misteriosa entità extraterrestre fanno il resto, scatenando la furia nazivegana della piccola Heidi. Che prima la riversa in diretta YouTube, diventando in un batter d’occhio una star dei social.
E poi trova il suo primo bersaglio nella signorina Rottermeir, allevatrice illegale di procioni da pelliccia oltre che spietata maitresse del bordello di lusso dove lavora Dete, zia che si prende cura della bambina districandosi come può tra le incombenze del mestiere più antico del mondo.
Un mestiere che suscita l’ira del nonno di Heidi, che tutti ricordiamo come un’amorevole vecchietto dai tempi della nostra infanzia e che invece nel fumetto esordisce con queste parole: «Devi essere crudele, devi esserlo con la coscienza pulita, devi distruggere in maniera tecnico-scientifica!».
Il “Vecchio dell’Alpe” è uno dei personaggi più divertenti, con il suo vetero-nazismo assolutamente fuori dal tempo, oltre che da ogni logica. Soprattutto se si considera che le parole appena riportate sono rivolte a Nebbia, il cane più pacifico dell’universo.
Niente da dire, Nazivegan Heidi è assolutamente uno spasso. Visto che questo è solo il primo numero di due – una miniserie che si annuncia scoppiettante, pubblicata da Magic Press – la sensazione è che ci sarà ancora molto da ridere.
Anche perché nel frattempo Heidi ha messo nel mirino uno dei personaggi pubblici più anti-vegani d’Italia: il giornalista della Zanzara Giuseppe Cruciani, che della provocazione ha fatto il suo marchio di fabbrica. Lo scontro è servito: ne vedremo delle belle…
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