Come parlare alle ragazze alle feste, ode all’universo donna
È capitato a molti, almeno una volta. Sei a una festa dove non conosci nessuno. Vedi una bella ragazza e vorresti attaccare bottone, ma non sai nemmeno lontanamente da dove cominciare. Allora da un fumetto intitolato Come parlare alle ragazze alle feste ti aspetti un consiglio pratico, qualche dritta.
E invece Neil Gaiman colpisce ancora, producendo un’ode al genere femminile che è tutto fuorché una guida. Perché il lettore finisce per perdersi insieme al protagonista nel fascino ermetico e misterioso delle ragazze che incontra. Consapevole alla fine di aver capito qualcosa in più, ma senza saper bene cosa.
Gli autori brasiliani Fábio Moon e Gabriel Bá si rivelano ancora una volta maestri nella difficile arte dell’adattamento a fumetti. Dopo l’Eisner Award vinto nel 2016 con la trasposizione del romanzo Due fratelli, infatti, trasformano in graphic novel il racconto dello scrittore inglese dando ulteriore prova di bravura e sensibilità.
Lo smarrimento della scoperta, l’imbarazzo e la meraviglia che si alternano quando ci si mette alla prova per conoscere una persona anche solo superficialmente. Il conflitto fra attrazione e timidezza per riuscire a fare il primo passo su una strada sconosciuta e impervia.
Come parlare alle ragazze alle feste racconta tutto questo con colori vivaci e metafore potenti. Magari senza raggiungere le profondità esistenziali di Blankets, ma riuscendo comunque a focalizzare una situazione ben precisa e le sensazioni che porta con sé. Così comuni a tanti ragazzi eppure poco affrontate, forse perché difficili da esprimere a parole.
Il lavoro di Fábio Moon e Gabriel Bá sulle immagini, proprio per questo, è particolarmente interessante. Perché ci sono vignette che parlano letteralmente da sole, tanto sono espressivi i personaggi e familiari le situazioni, in grado trasmettere con grande immediatezza il messaggio al lettore.
Senza dimenticare che il testo di Gaiman era già di per sé un punto di partenza notevole, soprattutto in un paio di intuizioni. Che dire ad esempio delle ragazze che fanno all’impacciato protagonista – alter ego dell’autore – discorsi praticamente incomprensibili, come se fossero alieni provenienti dallo spazio profondo?
Semplicemente che si tratta di uno stratagemma narrativo davvero efficace per riprodurre quella sensazione di straniamento tipica delle situazioni in cui ci si trova di fronte a qualcosa di bello che si fatica a comprendere. E mentre a Enn va storto un tentativo dietro l’altro, all’amico Vic sembra tutto facile, per di più con la ragazza più bella della festa.
Ma proprio quando la serata del primo sembra spegnersi e quella del secondo avviarsi a una conclusione trionfale, ecco che il destino mescola le carte in tavola. Riservando al timido Enn l’incontro con una ragazza speciale, rara e affascinante come una poesia su mondo estinto, inghiottito dai flutti del mare.
E mentre Vic va incontro all’ira implacabile di una stella per essersi spinto troppo in là, Enn scopre un intero universo con un bacio. Assaporando la malinconia di dover dire subito addio alla ragazza con cui ha condiviso una frazione infinitesimale della sua vita, ma che non potrà mai dimenticare.
Uscendo per le vie di Londra, lasciando la festa proprio quando arriva finalmente una canzone che gli piace – anche questo è un classico – nella testa di Enn rieccheggiano indelebili le parole della misteriosa Triolet: «Non puoi ascoltare una poesia senza che essa ti cambi».
Conoscere una ragazza è lo stesso. Per questo Come parlare alle ragazze alle feste è importante: non risolverà i problemi di approccio a noi timidi, ma ricorda che bisogna sempre tentare. E tentare a modo proprio. Perché non si sa mai dietro quale angolo c’è un intero universo che attende di essere esplorato.
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