Dragon Ball Super: Akira Toriyama è tornato!
Dragon Ball Super è l’anime che ha suscitato l’interesse di mezzo mondo. Ma è anche un manga, che segna il ritorno di Akira Toriyama alla serie che lo ha consacrato vent’anni dopo la conclusione di Dragon Ball Z.
Di questi tempi, si sa, un ritorno non si nega a nessuno. Quello di Goku e compagni però avviene in grande stile: perché a lungo atteso, anticipato più volte da fan in crisi di astinenza o dallo stesso Toriyama, e soprattutto perché nel frattempo il maestro ha trovato un erede. Ma andiamo con ordine.
Come siamo arrivati a questo punto
Nessuno tra chi ha letto Dragon Ball Z può dimenticare l’ultima pagina del manga, dove un esausto Toriyama annunciava una pausa nella narrazione che sarebbe durata due decenni.
Nel frattempo è successo di tutto. L’uscita della serie animata Dragon Ball GT, che lo stesso Toriyama ha supervisionato senza che fosse tratta da un suo manga, deludendo molti fan.
E poi rumors incontrollati: chi non ricorda l’immagine di Goku Super Saiyan V con i capelli bianchi, che anticipava la fantomatica serie Dragon Ball AF?
Nel terzo millennio, però, la saga dei saiyan sembrava destinata agli allori, tra ristampe e nuove versioni delle serie tv. Fino a quando qualcosa si muove nel 2008: il primo segnale è il corto Il ritorno di Goku e dei suoi amici, su soggetto di Akira Toriyama.
Passa qualche anno e il maestro rilancia con due OAV (lungometraggi anime): La battaglia degli dei (2013) e La resurrezione di F (2015). È il ritorno ufficiale di Toriyama ai suoi personaggi più noti: in questo caso, infatti, il mangaka firma sia il soggetto che la sceneggiatura.
Dragon Ball Super: una nuova serie manga
E così arriviamo a Dragon Ball Super, lanciata in quello stesso 2015 proprio a partire da La battaglia degli dei, che ne costituisce l’episodio pilota.
Il primo numero del manga (pubblicato nei giorni scorsi in Italia da Star Comics) comincia infatti con l’arrivo sulla Terra del divino Beerus, un essere di immane potenza – inutile dirlo – che mette subito a repentaglio il destino del pianeta.
Goku risponde prontamente, salvo rendersi conto di non essere all’altezza nemmeno in versione Super Saiyan God, la nuova trasformazione raggiunta grazie alla concentrazione di altri cinque saiyan (Vegeta, Gohan, Trunks, Goten e Pan, ancora in grembo alla madre Videl).
In segno di rispetto nei confronti di Goku, Beerus sceglie comunque di risparmiare la Terra: la prima parte del fumetto – che coincide con l’OAV – si conclude quindi con la promessa di future battaglie.
Battaglie che non tarderanno ad arrivare, visto che Beerus e il fratello Champa si sfidano a un torneo con i guerrieri più forti dei rispettivi universi.
Già, perché di universi ne esistono dodici – il mondo di Dragon Ball fa parte del sesto – ciascuno con le sue divinità, rispetto alle quali la gerarchia Kaioshin-re Kaio-dio del singolo pianeta è solo una manifestazione periferica.
Pregi & difetti
La lettura del primo numero di Dragon Ball Super è un divertente ritorno a casa. La maturità narrativa di Toriyama emerge dal tono attribuito al racconto, leggero e quasi scanzonato. L’epica di DBZ è alle spalle: vent’anni dopo, i saiyan salvano il mondo senza prendersi troppo sul serio.
Il tempo non ha cambiato i personaggi che abbiamo amato: Goku è lo stesso inguaribile cercatore di avversari, Vegeta scorbutico come sempre, Bulma geniale e affascinante, tutto lo Z team pronto ad acclamare gli amici che tornano a combattere.
Nonostante questo, Dragon Ball Super non sa di già visto: la scelta di allargare il pantheon delle divinità offre a Toriyama un aggancio semplice quanto efficace per trovare nuovi avversari ai protagonisti, senza ripercorrere sentieri già battuti o riciclare vecchi personaggi.
Il risultato è una via di mezzo tra Saint Seiya e il primo Secret Wars della Marvel: per il momento non una trama memorabile, ma un inizio godibile e all’altezza di riportare Dragon Ball alla ribalta.
Non ultimo tra i pregi, i disegni dell’erede Toyotaro sono praticamente indistinguibili dall’originale, efficaci nelle scene di battaglia come nel raffigurare i personaggi nei pochi attimi di pausa.
Ecco, se Dragon Ball Super ha un difetto è il ritmo della prima parte. I fatti già raccontati nei due OAV sono riassunti frettolosamente: gli avvenimenti de La resurrezione di F sono liquidati con una singola didascalia!
Vero che quest’ultimo film ha avuto in Giappone una trasposizione su carta a opera dello stesso Toyotaro. Ma finché in Italia non potremo leggerla dovremo accontentarci dell’anime e di un buco evidente nella sceneggiatura del fumetto, dove manca il passaggio da Super Saiyan God a Super Saiyan Blue.
For (continuity) fans only
Per concludere, gli amanti della continuity si staranno chiedendo: dove si collocano le avventure di Dragon Ball Super rispetto alle altre serie?
Il nuovo manga si inserisce tra i capitoli 517 e 518 di Dragon Ball Z, nei dieci anni trascorsi tra la sconfitta di Majin Bu e il torneo Tenkaichi dove Goku incontra Ub. Sono passati sei anni dalla sconfitta del terribile nemico, visto che Videl è incinta di Pan e che la bambina ha quattro anni nelle ultime pagine di DBZ.
E Dragon Ball GT? La saga ambientata sei anni dopo la fine di Dragon Ball Z – in cui Pan ha dieci anni – potrebbe cronologicamente continuare a essere considera parte del “canone”, visto che Dragon Ball Super sarà limitata alla cornice temporale di DBZ.
Ma è anche vero che la nuova serie crea diverse incoerenze con DBGT, che unite alla sua scarsa popolarità porteranno probabilmente la serie animata ad essere collocata fuori continuity.
Di certo Dragon Ball Super saprà regalarci molte sorprese ora che Goku e i suoi amici sono tornati nelle sapienti mani di chi li ha creati.
Uno sviluppo atteso, ormai quasi insperato, ma profondamente fedele allo spirito della saga. Se è vero che il capitolo 301 del manga originale (1991) si intitolava così: Dragon Ball: un’escalation senza fine.
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