From Hell, l’orrore secondo Alan Moore
«Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l’orrore». Il colonnello Kurtz lo dice chiaramente in Apocalypse now. Ma Alan Moore ci ha provato lo stesso, aiutato dal cupo segno di Eddie Campbell. Il risultato è From Hell, storia di Jack lo Squartatore che è anche un potente trattato sul Male.
Il Male ha molte facce, nell’Inghilterra di fine Ottocento. Quella dei potenti che schiacciano i deboli, spezzando le loro vite o costringendoli al silenzio. Quella di uno spietato ordine massonico borghese e maschilista, che sopprime sul nascere ogni anelito di mutamento sociale. E alla fine – ma solo alla fine – quella di un’efferata violenza fisica sulle donne, brutalmente uccise da un serial killer.
Proprio intorno a lui, l’uomo del mistero per eccellenza nella storia inglese degli ultimi due secoli, è costruito From Hell. Chi era Jack lo Squartatore? Una domanda vecchia quasi 130 anni, che ancora oggi desta curiosità nella misura in cui non ha trovato risposte definitive e convincenti.
Bene, in realtà il mistero sull’identità dell’assassino in From Hell dura ben poco. Bastano appena quattro capitoli al Mago di Northampton per far capire al lettore che the Ripper sarebbe niente meno che Sir William Withey Gull, medico personale della regina Vittoria.
Una rivelazione che non si può neanche considerare uno spoiler, se è vero che Gull è protagonista di una teoria “cospiratoria” piuttosto nota e che in tanti hanno visto il film La vera storia di Jack lo Squartatore, pessima trasposizione del fumetto nonostante il cast stellare e le buone recensioni.
Come spesso accade per le opere di Alan Moore, anche From Hell è una costruzione complessa, frutto di una lavorazione durata dieci anni che ha prodotto un poderoso tomo di 600 pagine. Un’opera del genere non poteva che soffrire terribilmente la sintesi imposta dal cinema, andando incontro allo stesso destino di Watchmen: film che non rende giustizia al fumetto e completo rifiuto da parte dell’autore.
Ma cosa rende quest’opera così interessante? Prima di tutto, il fatto che la soluzione del mistero non è l’elemento principale del graphic novel. From Hell non è un giallo, ma com’è stato giustamente definito è piuttosto un trattato sul Male.
La semplice narrazione dei fatti, per quanto noti, già di per sé sarebbe stata angosciante: cinque prostitute uccise e orribilmente mutilate tra il 31 agosto e il 9 novembre 1888 nel sobborgo londinese di Whitechapel. Un assassino mai catturato e centinaia di lettere ai giornali e alla polizia, comprese quelle con la firma Jack the Ripper e l’intestazione From Hell, considerate autentiche.
Ma quello che più affascina nel romanzo a fumetti di Moore e Campbell è la lettura che gli autori danno dei delitti. Come in una sorta di rituale mistico in grado di sovvertire lo zeitgeist, gli omicidi perpetrati da Jack/Gull inaugurano con 12 anni di anticipo il secolo successivo, che in una spirale sempre più stretta sarà macchiato da delitti ben peggiori, fino all’orrore supremo della Shoah.
Gli elementi del rituale ci sono tutti, dalle vittime sacrificali al pentacolo disegnato sulla mappa, che unisce cinque punti carichi di simbologie massoniche della Londra vittoriana. Il lavoro di ricostruzione realizzato da Alan Moore è straordinario, i riferimenti storici e letterari innumerevoli, tanto che il quarto capitolo del libro potrebbe diventare un’ottima guida per un insolito itinerario nella capitale inglese.
Per non parlare poi della forza visionaria di alcuni passaggi, che offrono al Mago di Northampton l’occasione per una critica sociale al nostro tempo. Una critica acuta come sempre, resa ancora più pungente dalla contrapposizione con il tetro scenario di un’Ottocento insanguinato dai delitti dello Squartatore: vedere al capitolo dieci per credere.
Il tutto confezionato in una sceneggiatura superba, che tiene insieme con grande credibilità fatti storici e ricostruzioni, espedienti narrativi e invenzioni dell’autore. Catturando il lettore nel vortice di orrore e delirio scatenato dal protagonista, capace di trasformare i suoi omicidi in un veicolo di accesso a una conoscenza più grande.
Il pieno funzionamento di questa macchina complessa è possibile grazie alle illustrazioni di Eddie Campbell. Oscure come la fuliggine dell’epoca vittoriana, le sue tavole sono impostate con un griglia d’impianto tradizionale, vignette piccole e regolari che aggiungono un’atmosfera di claustrofobia alla già opprimente sensazione di orrore.
Quell’orrore che non abbandona mai il lettore lungo tutto il corso della storia. Un orrore spaventoso in quanto capacità consapevole di commettere il Male per raggiungere il proprio scopo, mettendo volutamente da parte ogni principio morale.
Un orrore che non ha epoca, anzi in grado di plasmare il mondo a sua immagine. L’orrore di William Gull in From Hell, quello di Walter Kurtz in Apocalypse now, collegati dalla stessa linea rossa che porta fino alle bombe chimiche in Siria e al mondo di oggi in guerra totale. L’orrore: semplicemente, l’orrore.
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