The Moneyman, l’altra faccia della Disney
The Moneyman racconta la vera storia di Roy Oliver, il fratello di Walt Disney. «E allora? – direte voi – Non mi interessano le biografie dei parenti di quelli famosi». Niente di più sbagliato. Perché il graphic novel pubblicato da Tunuè a 50 anni dalla scomparsa di Walt (15 dicembre 1966) offre uno sguardo privilegiato sulla nascita e il consolidamento del mito Disney, sia come sogno che come impero.
Proprio così, perché Roy Oliver Disney era appunto il moneyman del fratello minore, la persona che trovava i soldi per realizzarne le idee. Si capisce quindi che la sua storia viaggia in parallelo con quella del più celebre Walter, regalando uno spaccato particolarmente efficace su una delle fabbriche di fantasia più popolari al mondo.
Riuscire a raccontare con equilibrio una storia del genere non era scontato: perché – come spiega il curatore dell’opera Alessio De Santa – il materiale prodotto sulla vita di Walt è talmente tanto da mettere soggezione, ma soprattutto perché la narrazione che circonda la Disney alterna da sempre luci e ombre.
Per i miliardi di fan – compresi noi millennial – la Disney rappresenta il sogno di un’infanzia a base di cartoni animati. Ma agli osservatori più attenti non saranno sfuggite le pratiche vessatorie nei confronti dei dipendenti di cui è accusata la compagnia, per quanto riguarda le condizioni di lavoro e i licenziamenti tanto nei parchi divertimento quanto nella produzione di giocattoli.
Chi meglio di Roy Oliver Disney poteva rappresentare dall’interno questa apparente contraddizione? La scelta del protagonista, insieme alla selezione dei fatti da narrare, rende The Moneyman decisamente interessante per chi vuole approfondire sia l’uno che l’altro aspetto dell’epopea disneyana.
Il lavoro sceneggiato da Filippo Zambello per i disegni di Lorenzo Magalotti, con i colori di Giulia Priori e Lavinia Pressato, ripercorre infatti tutta la vita di Roy, dalle umili origini contadine alla Prima Guerra Mondiale, dall’impiego in banca fino all’avventura imprenditoriale insieme al fratello Walt.
Realista e pragmatico il primo, creativo e vulcanico il secondo, il loro difficile ma imprescindibile equilibrio ha trasformato un sogno artistico in un successo imprenditoriale, un’idea innovativa in un successo finanziario dopo decenni di debiti.
Proprio così, debiti: perché fin dai primi approcci con l’animazione contro la volontà del padre, Walt si dimostra incredibilmente avanti tanto sui tempi quanto sulle sue reali possibilità economiche. Proprio per questo, la capacità di Roy di gestirlo, di limitarlo a volte, si sarebbe rivelata alla lunga determinante per la nascita della Disney che conosciamo oggi.
È in questo modo che, tra problemi con le banche e battaglie per la distribuzione, arrivano i successi che segnano la storia della compagnia: dalla creazione di Mickey Mouse alle Silly Simphonies (i primi corti sonori e poi a colori), da Biancaneve e i Sette Nani che nel 1937 sbanca al botteghino fino al lancio di Disneyland nel 1971 a Orlando.
Il tutto sullo sfondo della Storia del Novecento, con gli Stati Uniti che superando la Grande Depressione e due guerre mondiali si trasformano gradualmente nella prima potenza economica globale, insieme a questi due uomini che da figli di contadini diventano imprenditori di straordinario successo.
The Moneyman racconta questa incredibile storia evitando l’equazione grande imprenditore uguale benefattore dell’umanità, che da Steve Jobs in poi sembra aver definitivamente monopolizzato l’immaginario collettivo. Ma anche provando a rendere conto delle difficoltà con cui i fratelli Disney assumevano decisioni sofferte come il licenziamento dei loro dipendenti.
Accanto al compassato e modesto Roy, la figura di Walter risalta in tutti i suoi aspetti positivi e negativi: fumatore incallito infine vittima di un tumore ai polmoni, irascibile spesso al limite dell’intrattabilità, geniale e innovativo quanto incontenibile all’interno di parametri sostenibili dal punto di vista economico e lavorativo.
Di certo, al di là delle ombre che è bene continuare a esplorare, nella memoria e negli occhi di tutti ci sono i successi ineguagliabili e i sogni a cui Walt Disney ha saputo dar vita. In pochi, però, sanno che probabilmente il sogno sarebbe rimasto tale senza la concretezza di Roy Oliver Disney, senza il suo sostegno economico e materiale. In altre parole, senza moneyman.
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