Polpette spaziali, di Craig Thompson
«Polpette spaziali è il libro che sognavo quando a otto anni mi sono innamorato del fumetto». Craig Thompson descrive così il suo ultimo lavoro – Space dumplins in originale – presentato a Rimini lo scorso 7 aprile durante il tour in sei tappe nel nostro Paese.
Il graphic novel, pubblicato a fine 2015 da Rizzoli-Lizard, è un lavoro completamente diverso dai precedenti Blankets e Habibi: destinato principalmente a un pubblico di bambini e ragazzi, racconta la storia della giovane Violet alla ricerca del padre misteriosamente scomparso.
In un futuro fantascientifico dove l’umanità ha conquistato lo spazio e convive con numerose specie aliene, Violet può contare su due compagni d’eccezione: il riflessivo Elliot – un giovane pollo, la cui razza si è evoluta fino a diventare senziente – e lo scatenato Zaccheo, tra gli ultimi superstiti del popolo degli Zucconi.
I due personaggi rappresentano le polarità opposte della protagonista (e dell’autore): colto e sensibile il primo, istintivo e coraggioso il secondo. Come usciti dal Mago di Oz, i protagonisti hanno un obiettivo comune e una strada da fare insieme per raggiungerlo: come Dorothy, Violet percorre dunque il suo sentiero di mattoni gialli in compagnia dello Spaventapasseri/Zaccheo e del Leone/Elliot.
Le fonti che hanno ispirato Polpette spaziali sono particolarmente numerose e affondano le radici nell’infanzia di Craig Thompson: da The Goonies a Ghost Busters fino a Star Wars, i film degli anni ’80 hanno contribuito alla creazione di quello che durante l’incontro di Rimini Andrea Plazzi ha definito «un gigantesco parco giochi a fumetti».
Scene dinamiche, creature stravaganti e tecnologie fantasmagoriche diventano un caleidoscopio irresistibile grazie ai colori di Dave Stewart, scelto da Craig Thompson per la sua prima opera non in bianco e nero. Il risultato è un racconto di formazione divertente e godibile, regalo perfetto per bambini e ragazzi ma in grado di appassionare anche i lettori adulti.
Il che avviene soprattutto per merito di un sottotesto sociale tutt’altro che nuovo per i lavori di Craig Thompson: come già in Habibi, infatti, anche in Polpette spaziali assistiamo allo sfruttamento delle classi più umili da parte di quelle agiate, in un’allegoria del mondo contemporaneo nel quale – parole dell’autore – «consumismo e capitalismo stanno accelerando la distruzione del mondo».
In una galassia in cui l’unica fonte di energia rimasta sono gli escrementi di gigantesche balene spaziali che si nutrono di interi pianeti mettendo a rischio tutti gli esseri viventi del cosmo, i più ricchi vivono in stazioni spaziali di lusso in grado di muoversi all’arrivo della minaccia, mentre gli altri devono affidarsi a piccole case-navicella perennemente a rischio.
Alla composizione di questo racconto parallelo contribuiscono fonti letterarie come Moby Dick di Herman Melville e La macchina del tempo di H.G. Wells, vero e proprio capostipite della critica sociale attraverso la fantascienza, insieme a fumetti come La ballata di Halo Jones di Alan Moore e Ian Gibson.
Ma più di tutto è la vita personale di Craig Thompson – come già in Blankets – a regalare gli spunti principali per la nascita di Polpette spaziali: la vera Violet, alla quale il fumetto è dedicato, è la figlia di una coppia di carissimi amici, nata proprio nel 2010 quando l’autore ha iniziato il lavoro sul graphic novel.
E poi la famiglia di umili origini dell’autore, di cultura fortemente cattolica che rieccheggia tra l’altro nella scelta del nome Zaccheo, e soprattutto il lavoro di idraulico del padre, che come il padre di Violet si occupa dei rifiuti organici della società. Anche se in realtà il taglialegna spaziale Gar ha il compito di recuperare ciò che dà energia a tutta la galassia, cioè quegli escrementi di balena da cui l’opera prende il titolo.
Che questi elementi fossero destinati a entrare prima o poi in una storia di Craig Thompson lo dimostra il fatto che quasi vent’anni fa, nel 1998, l’autore avesse concepito Crinkle bump dam, poi mai sviluppata, con protagonisti l’eroina spaziale Juniper, il pollo Elliot e il pallone gonfiato – letteralmente – Clem.
La somiglianza anche grafica tra questi personaggi e quelli di Polpette spaziali è talmente clamorosa da far pensare al recupero di un lavoro mai utilizzato, che peraltro si può scoprire per intero tra i numerosi contenuti speciali a corredo dell’edizione italiana. Ma Thompson giura che aveva completamente dimenticato Crinkle bump dam, ripescato solo successivamente all’ispirazione arrivata con la nascita della “vera” Violet.
Tra passato e futuro, l’autore americano rivela di essere al lavoro su un graphic novel dedicato alla Cina, che potrebbe rivelarsi un’altra perla sulla scia di quanto visto con Habibi, ispirato a quella calligrafia araba definita dall’autore «musica per gli occhi». Perché dopo tutto si tratta di «parole che diventano immagini: questo per me è il fumetto». Parola di Craig Thompson.
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