Batman e Superman: battaglia tra eroi
A pochi giorni all’uscita di Batman v Superman: Dawn of Justice, siamo pronti a scoprire su quali basi narrative poggia lo scontro tra Batman e Superman raccontato nel film di Zack Snyder. Per farlo, ci addentreremo fin da subito negli annali del fumetto DC.
Giugno 1952: esce Superman 76, Il team più potente del mondo, primo incontro tra Batman e l’Uomo d’Acciaio in oltre dieci anni di vita editoriale. Incontro che avviene nel modo più ingenuo possibile: a bordo della stessa nave da crociera, e casualmente nella stessa cabina, i due eroi si lanciano in soccorso dei passeggeri quando un attentatore incendia il serbatoio del carburante. Salvo scoprire – nonostante un black out – le reciproche identità segrete nell’atto di mettersi il costume.
Da questo rocambolesco incontro nasce un’amicizia duratura, rinsaldata nel tempo grazie alla collaborazione all’interno della Justice League of America. Il supergruppo diventa infatti il luogo privilegiato degli incontri tra Batman e Superman, accanto alle testate dedicate in esclusiva ai due eroi (dalla storica World’s Finest alla più recente Superman/Batman).
Nonostante il profondo rispetto reciproco, la guida della JLA fa emergere le differenze tra i due: mentre l’Uomo d’Acciaio fatica a essere il leader carismatico che tutti si aspettano, Batman diventa ben presto la mente del gruppo.
Ma la capacità del Cavaliere Oscuro di prevedere le mosse altrui si trasforma spesso in totale diffidenza verso il prossimo, che lo porta a dubitare persino dei suoi alleati più stretti. È qui che subentra la positività di Clark Kent, la sua incrollabile fede nel prossimo che non cede neanche di fronte all’ostinazione di Bruce Wayne.
Fiducia che si manifesta platealmente – dopo le difficoltà degli anni ’80 – in Action Comics 694 (1990), quando Superman sceglie Batman per custodire l’anello di kryptonite sottratto a Lex Luthor, affidando al Pipistrello la responsabilità di fermarlo in caso di necessità.
E questo avviene in più di un’occasione, perché Superman – un po’ come accade a Hulk in casa Marvel – se sottoposto a qualche tipo di dominio mentale è il nemico perfetto per ogni eroe DC. In tempi recenti ci hanno provato, tra gli altri, Poison Ivy con le sue spore (Hush, in Batman 611-612) e Joker con una versione potenziata della sua tossina (Endgame, in Batman 35-36 seconda serie).
Se nel primo caso avevamo assistito a uno scontro titanico nel sottosuolo di Metropolis davanti allo sguardo ammirato di Catwoman, nel secondo il Cavaliere Oscuro deve affrontare addirittura l’intera Justice League, domata grazie a uno dei proverbiali piani di Batman contro ogni evenienza.
Fin qui le serie regolari: ma è nei grandi crossover e nei migliori graphic novel che emerge tutta la complementarietà narrativa che lega i due eroi. Entità semidivina il primo, l’arma più potente della JLA; lucido stratega il secondo, semplice umano che riesce a decidere le sorti di battaglie combattute nello spazio siderale.
Batman e Superman sono due facce della stessa medaglia, una oscura e una luminosa, ma sono anche talmente legati da rendere impensabile uno scontro diretto e consapevole tra loro.
Lo scontro, infatti, diventa possibile creando mondi diversi da quello che conosciamo, come la realtà di Superman: Red Son, dove Kal-El è nato nell’Ucraina degli anni ’30, è un convinto sostenitore del socialismo reale e diventa addirittura presidente dell’URSS. Per poi trovarsi contro un Batman che – anche nelle insolite vesti di ribelle anarchico – conserva capacità strategica e abilità con le tecnologie.
Ma la madre di tutte le battaglie tra Batman e Superman è quella che conclude Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller (1986), a cui non a caso è ispirato Batman v Superman. In un futuro imprecisato, la legge Usa ha costretto Batman e tutti gli altri eroi a ritirarsi a vita privata, con la sola eccezione di Superman rimasto alle dirette dipendenze della Casa Bianca.
Tornato a proteggere Gotham nonostante l’età avanzata e sordo ai diktat presidenziali, in un crescendo di tensione Batman deve infine affrontare Superman. Non c’è dialogo, non è possibile alcuna mediazione tra i due, perché è in gioco la visione stessa del ruolo di eroe e il suo legame con l’autorità, come accadrà due decenni dopo a Capitan America e Iron Man in Civil War.
È Batman contro Superman, senza esclusione di colpi: con un esoscheletro alimentato dall’elettricità di tutta Gotham, l’aiuto di Robin e Freccia Verde, il terrestre riesce a sconfiggere il kryptoniano, rivolgendogli le celebri parole: «Voglio che ricordi, Clark, negli anni che verranno, nei tuoi momenti più intimi… Voglio che ricordi la mia mano attorno alla tua gola… Voglio che ricordi… l’unico uomo che ti ha battuto!».
Ma la vittoria dura solo un istante, perché un attimo dopo Bruce Wayne cade a terra stroncato da un malore, conseguenza dello sforzo estremo della battaglia. Un epilogo drammatico che non vedremo al cinema, dal momento che lo scontro tra i due eroi – pur ispirato al graphic novel di Miller – avverrà sulla base di presupposti totalmente differenti e in buona parte ancora da scoprire.
Di sicuro, però, potremo entrare al cinema con una certezza: che quando si scontrano Batman e Superman, nonostante i precedenti, non si sa mai come va a finire. Perché in fondo qualcosa sappiamo, ce lo dice Bruce Wayne al termine dello battaglia contro l’amico/rivale in Endgame: «Chi è il più forte tra noi? La risposta è sempre la stessa… nessuno dei due».
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