Pier Paolo Pasolini in tre fumetti d’autore
La vita e l’arte di Pier Paolo Pasolini sono state raccontate tante volte e in tanti modi diversi. A volte riuscendo a raccoglierne il nucleo autentico, altre meno, altre ancora mancando volutamente il bersaglio per indirizzare altrove l’attenzione del pubblico.
«Poniamo che dopo la mia morte qualcuno scriva di me. Scriverà davvero di me o mi userà come filtro per le sue idee?» dice Pasolini a Ninetto Davoli la sera prima di morire. Per evitare questo rischio quanto quello di una “mitizzazione” vuota e omologante, l’unica cosa che vale davvero la pena fare nel quarantennale dell’omicidio di Pasolini (Ostia, 2 novembre 1975) è rileggere le sue poesie, i suoi romanzi, i suoi articoli; rivedere i suoi film e i suoi lavori per il teatro.
E se per farlo può essere utile uno spunto, una guida per avvicinarsi a un autore fondamentale e alla sua opera vastissima, ecco il contributo del migliore fumetto italiano, che attraverso tre graphic novel d’autore ha provato a offrire un punto di vista inedito. Una nuova chiave di lettura per avvicinarsi all’opera di Pasolini attraverso la sua vita, qui divisa idealmente in tre parti: infanzia e adolescenza, maturità e poetica, eredità e morte.
Infanzia e adolescenza: Diario segreto di Pasolini, di Elettra Stambuolis e Gianluca Costantini (2015). Uscita pochi giorni fa per Becco Giallo, come spiega il sottotitolo quest’opera presenta «la vita di Pier Paolo Pasolini prima di diventare Pasolini»: un lavoro che è persino difficile classificare come fumetto, perché si tratta di un racconto illustrato in cui lettere private, interviste e scritti dell’autore prendono la forma di un diario in cui è la voce dello stesso Pasolini a narrare i primi 23 anni della sua vita (1922-1945).
Dall’infanzia trascorsa in peregrinazioni senza sosta nel Nord Est emergono l’amore incondizionato per la madre Susanna e l’ammirazione infantile per il padre Carlo Alberto, autoritario e di simpatie fasciste, che lascia presto spazio a un’avversione ideale comunque decisiva per le sorti di Pasolini, spinto proprio dal padre a diventare poeta.
Questa prima fase, costellata di piccoli episodi e intime riflessioni attraverso cui prende forma la personalità di Pasolini, si conclude nel 1937 con il ritorno della famiglia a Bologna, città dove il poeta rinnova il suo amore per il calcio e la letteratura, con la scoperta di nuovi classici e l’immersione nella fervida scena intellettuale del capoluogo emiliano.
Ma la guerra incombe: nel ’41 il padre è inviato in Africa, l’anno dopo Pier Paolo e la madre tornano a Casarsa. E mentre nasce il Pasolini poeta (la raccolta Poesie a Casarsa esce proprio nel 1942), il Pasolini ragazzo muore: l’uccisione del fratello Guido – partigiano azionista della brigata Osoppo – nell’eccidio di Porzûs mette fine alla giovinezza di Pier Paolo e quindi al racconto del Diario segreto.
Maturità e poetica: Pasolini, di Davide Toffolo (2002). In quello che rimane probabilmente il più riuscito confronto del fumetto italiano con la vita e l’opera di Pasolini, Davide Toffolo racconta i suoi incontri con un enigmatico sig. Pasolini, sosia o imitatore che consente all’autore del graphic novel di intraprendere un dialogo surreale e fuori dal tempo con il poeta friulano.
Grazie a questo brillante stratagemma narrativo, Toffolo ritrae sé stesso nel tour dei luoghi pasoliniani attraverso i quali lo conduce il suo misterioso interlocutore: Casarsa, Bologna, Roma, l’Etna, ancora il Friuli e infine Madrid, mentre in un sorprendente paesaggio africano vanno in scena brani ispirati al coccodrillo autobiografico scritto da Pasolini nel 1968 e pubblicato nel volume postumo Il sogno del centauro (1983).
L’ intervista di Toffolo a Pasolini è un confronto a tutto campo: vita familiare e impegno politico, poesia e scelta del dialetto nel primo incontro; cinema e fumetto, mercificazione dell’arte e indipendenza dell’intellettuale nel secondo; mutamento sociale e consumismo, omologazione culturale e discriminazione dell’omosessualità nel terzo e ultimo incontro, sul lido di Ostia.
Da qui in poi Toffolo prosegue il suo percorso da solo, ed è soltanto in sogno che può continuare il suo dialogo con Pasolini sull’origine dell’ispirazione artistica, il ruolo del poeta nella società, il rapporto tra maestro e discepolo. Un rapporto sofferto e crudele, perché «i maestri sono fatti per essere mangiati in salsa piccante. Devono essere mangiati e superati, ma se il loro insegnamento ha un valore ci resterà dentro». Sotto forma di lucciole che ritornano in fondo al buio della disperazione.
Eredità e morte: Il delitto Pasolini, di Gianluca Maconi (2005). Nella miglior tradizione delle inchieste a fumetti Becco Giallo, Gianluca Maconi racconta le ultime ore della vita di Pasolini, le diverse ricostruzioni del suo omicidio e il punto di vista di numerosi testimoni. Lo stile è asciutto, diretto, ma non mancano parallelismi all’opera e alla poetica di Pasolini, scelti con accortezza per elevare il tono del racconto evitando di appiattirlo sulla cronaca pura.
I punti oscuri nella confessione e nell’atteggiamento di Giuseppe Pelosi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Pasolini il 26 aprile 1979, sono analizzati con cura attraverso l’arringa di Claudio Calvi, avvocato di parte civile, e la testimonianza di Oriana Fallaci, la prima a sostenere con un articolo apparso sull’Europeo il 14 novembre 1975 che Pasolini fosse stato ucciso da più di una persona. Tesi poi confermata dallo stesso Pelosi in un’intervista televisiva del 7 maggio 2005, ma mai approfondita dalla magistratura.
Intrecciato a questa cronaca esaustiva e puntuale dei fatti legati alla morte di Pasolini, il racconto del suo ultimo giorno di vita. Dal tempo trascorso insieme al giornalista Furio Colombo per l’intervista Siamo tutti in pericolo (poi uscita sulla Stampa) alla cena insieme a Ninetto Davoli, fino all’incontro fatale con Pelosi che di lì a poco avrebbe condotto Pasolini alla sua fine.
Il volume di Maconi è corredato da un’appendice ricchissima, che comprende tra l’altro l’introduzione di Furio Colombo, la cronistoria completa dei fatti e i contributi di Francesco Barilli e Anedo Torbidoni. Ma più di tutto, rimane impresso negli occhi del lettore quel volontario consegnarsi di Pier Paolo Pasolini nelle fauci della tigre, di un mondo che senza saperlo non lo vuole più ma che, altrettanto inconsapevolmente, ha una fame disperata delle sue idee e della sua poesia.
Io amo
ferocemente,
disperatamente,
la vita.
E credo che
questa ferocia,
questa disperazione,
mi porteranno
alla fine.
Pier Paolo Pasolini
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