Luca Rasponi

Giornalista e addetto stampa, scrivo per lavoro e per passione.

Asterix, conto alla rovescia per l'esordio dei nuovi autori

9 agosto 2013

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Due mesi e mezzo a partire da oggi: mancano esattamente 75 giorni all’uscita del trentacinquesimo albo di Asterix. Cos’ha di speciale questa storia, che suscita l’attesa degli appassionati di fumetti di tutto il mondo? Semplice: è la prima, dopo 54 anni di gloriosa carriera, che non sarà realizzata dai creatori del personaggio, René Goscinny e Albert Uderzo.

Nato il 29 ottobre 1959 dalla fantasia dei due autori francesi, già nel 1977 Asterix era rimasto orfano dello sceneggiatore Goscinny (morto per un problema cardiaco). Diventato autore completo delle storie con protagonista l’invincibile gallo, il disegnatore Uderzo ha continuato a creare nuovi capitoli fino al 50° anniversario della nascita della serie (2009).

Ma già nel 2011 Uderzo annunciava che avrebbe lasciato Asterix nelle mani di nuovi autori, che lo portassero avanti nel solco tracciato insieme a Goscinny. L’addio di Uderzo – recentemente insignito con la Legione d’Onore francese – è diventato realtà nei mesi scorsi, annunciato ufficialmente insieme alla notizia che il 2013 avrebbe portato con sé il primo album firmato da una nuova coppia di autori.

Asterix e i Pitti, questo il titolo dell’albo numero 35 in uscita il 24 ottobre 2013, sarà scritto da Jean-Yves Ferri e disegnato da Didier Conrad. Scelti dall’editore Hachette sulla base della storia presentata in sede di selezione, i due nuovi autori della serie sono stati introdotti con entusiasmo dallo stesso Uderzo durante la conferenza di presentazione italiana, a fine marzo 2013: «Cosa penso del lavoro? Ne penso il meglio».

Dello sceneggiatore belga Ferri, in particolare, Uderzo ha detto che «è straordinario, ha scritto una storia all’altezza di Goscinny». E se questo complimento da solo non bastasse ad alimentare le aspettative, a creare ulteriore attesa ci pensano una coincidenza quantomeno curiosa – sia Ferri che Conrad sono nati nel 1959, lo stesso anno di Asterix – e le anticipazioni lasciate filtrare dalla casa editrice con frequenza tutt’altro che casuale, in particolare sul web.

Dall’intervista con cui i due nuovi autori presentano se stessi e il proprio lavoro fino ai primi dettagli sulla trama (la storia sarà ambientata in Scozia), le aspettative per il trentacinquesimo episodio di Asterix crescono proporzionalmente al timore che Ferri e Conrad possano rivelarsi non all’altezza di Goscinny e Uderzo.

Perché i due padri di Asterix hanno saputo creare un personaggio unico e irripetibile, che dal suo villaggio gallico imprendibile per i romani è riuscito a diventare ambasciatore della Francia nel mondo con un’auto-ironia che spesso manca agli stessi francesi, a divertire generazioni di bambini con gesta di una comicità semplice e genuina, a stupire gli adulti mettendo in ridicolo aspetti apparentemente “normali” dell’agire umano, a far concorrenza al mostro sacro Tintin contribuendo a consacrare il fumetto franco-belga.

Nate proprio per ribellione nei confronti di editori che chiedevano copie in serie del best seller dell’epoca creato da Hergé, oltre che come presa in giro dello sciovinismo francese, le storie a fumetti di Asterix posso vantare numeri da capogiro: con 34 albi tradotti in 107 lingue e oltre 350 milioni di copie vendute, infatti, Asterix è il fumetto europeo più diffuso al mondo. Eppure, o forse proprio per questo, non è tutto qui: il gallo nato dalla fantasia di Goscinny e Uderzo, infatti, è stato protagonista anche di otto lungometraggi animati (il nono uscirà nel 2014 in 3D) e quattro film in live action tra il 1999 e il 2012, oltre a dieci videogiochi e un’infinità di prodotti di merchandising.

Tra i lungometraggi animati merita almeno una citazione Le dodici fatiche di Asterix (1976), l’unico a non essere stato tratto da una storia a fumetti (Goscinny e Uderzo scrissero il soggetto appositamente per l’occasione) e il solo realizzato dallo Studio Idefix, casa di produzione fondata dai due autori sul modello della Disney ma chiusa appena due anni dopo. Tra le opere ispirate da questo lungometraggio spicca il numero 268 di Dylan Dog, Il modulo A38, in cui l’autore Roberto Recchioni cita (non solo nel titolo) il mitico lasciapassare A38 protagonista dell’ottava fatica di Asterix, una spassosa presa in giro della burocrazia francese.

Come dimostrano le numerose citazioni di cui è protagonista, oltre al successo che non accenna a diminuire, Asterix può contare oggi su un seguito vastissimo e affettuoso. È proprio pensando al suo pubblico che, al momento di ritirarsi, Albert Uderzo ha deciso che la serie sarebbe dovuta proseguire anche dopo il suo addio: «Asterix mi sopravviverà. Le sue avventure continueranno anche dopo di me. Mi sono reso conto che il personaggio appartiene ai suoi autori ma anche ai suoi lettori». E se questa è la volontà del creatore della serie, allora non resta che augurare buona fortuna ai nuovi autori, con l’auspicio che Ferri e Conrad riescano a rinnovare il mondo di Asterix restando fedeli alle atmosfere e ai personaggi che lo hanno reso un’icona.

Al villaggio inespugnabile dei galli, spaventati solo dalla possibilità che il cielo cada loro sulla testa. Alla bontà ingenua del gigante Obelix e al suo affetto per il cane Idefix. Alla pozione magica inventata dal druido Panoramix, segreto della forza del villaggio, che lo stesso Obelix non può bere perché da piccolo è caduto nel calderone. All’autorità di Cesare e alla sensualità di Cleopatra. Alle odi stonate del bardo Assouracentourix e alla leadership ruspante del capo villaggio Abraracourcix. Gli autori cambiano, ma tu non cambiare mai, Asterix. Mi raccomando, per Toutatis!

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