Giornalismo e fumetti, accoppiata vincente
Con il Festival Internazionale del Giornalismo in pieno svolgimento a Perugia, questa puntata della rubrica non poteva che essere dedicata al racconto giornalistico attraverso le vignette: una via percorsa sempre più spesso che ha dato in alcuni casi risultati più che soddisfacenti. A dimostrazione di questo successo, il Festival di Perugia (giunto alla sua sesta edizione, cominciata mercoledì 25 aprile) dedica un incontro e un workshop al graphic journalism nel giorno di chiusura della manifestazione, domenica 29 aprile.
Cos’ha reso il giornalismo a fumetti un’interessante novità nel panorama mondiale della carta stampata e non solo? Innanzitutto, la sua capacità di rivitalizzare e rinnovare due generi giornalistici messi in grave difficoltà dalla rapidità dell’informazione su internet, ovvero il reportage e l’inchiesta. Se quest’ultima ha trovato nuovi canali espressivi (basti pensare a trasmissioni televisive come Report o Presa diretta), il primo si è trovato a dover fare i conti con uno spazio sempre decrescente soprattutto sulla stampa quotidiana, nonostante un notevole aumento della foliazione dei giornali.
Il reportage a fumetti è stato capace di recuperare, attraverso le immagini, la spontaneità e l’intensità del racconto giornalistico basato sull’esperienza diretta e personale delle situazioni, che spesso mancano nel giornalismo di oggi fatto in redazione sulla base dei lanci d’agenzia. In tempi di ristrettezze economiche in cui un inviato all’estero ha costi insostenibili per la maggior parte delle testate, e in un contesto mediatico in cui il ricambio delle notizie è più veloce che mai, l’accuratezza e i tempi editoriali del fumetto hanno saputo valorizzare un genere giornalistico che tradizionalmente trae la sua forza anche dal connubio con le immagini.
Alla testa dei reporter a fumetti c’è naturalmente Joe Sacco. Nato a Malta nel 1960, Sacco inizia come giornalista, abbinando presto questa attività alla sua antica passione per il fumetto. L’esordio nel graphic journalism risale al periodo 1993-95 con il reportage a fumetti Palestina, premiato nel 1996 con l’American Book Award. Come farà anche per tutte le opere successive, Sacco si occupa sia della sceneggiatura, elaborata sulla base delle notizie raccolte sul campo, che dei disegni, la cui espressività – in alcuni casi al limite del caricaturale – prova ad esprimere le sensazioni forti suscitate nell’autore da situazioni spesso fortemente drammatiche.
Dopo Palestina arrivano tra gli altri Goražde area protetta, dedicato alla guerra serbo-bosniaca e pubblicato in volume nel 2000, e Neven (titolo originale The Fixer, uscito nel 2004), che segna il ritorno di Sacco a Sarajevo dopo la fine della guerra. L’ultimo lavoro di Sacco è Gaza 1956, uscito in Italia nel 2010, dedicato ancora una volta alla questione israelo-palestinese.
Ma Joe Sacco non è l’unico che ha saputo valorizzare il genere del graphic journalism. C’è infatti chi si è spinto ancora più in là, proponendo un ibrido tra giornalismo a fumetti e reportage fotografico: stiamo parlando dei tre autori francesi Emmanuel Guibert, Didier Lefèvre e Frédéric Lemercier, autori de Il fotografo.
Lefèvre è un fotografo che nel 1986 segue una squadra di Medici Senza Frontiere in Afghanistan, dov’è in corso la guerra tra sovietici e moudjahidin, per documentare l’attività del gruppo. Alla fine del viaggio, che mette a dura prova Lefèvre, le foto scattate sono un’enormità: dopo lunghi anni in un cassetto, l’amico Guibert propone di realizzare un romanzo a fumetti dove i suoi disegni riempiano gli spazi non raccontati dalle foto. Nasce così Il fotografo, curato nella complessa struttura grafica da Lemercier: il risultato è un’opera di grande impatto narrativo e grafico.
Le difficoltà derivanti dall’inconsueta modalità di realizzazione e dal ritmo non sempre lineare del racconto rendono la lettura non perfettamente scorrevole in alcuni casi, ma il più delle volte le brillanti scelte degli autori riescono a far fronte con originalità a entrambi questi problemi. Il fotografo è un volume sperimentale, d’avanguardia, che propone qualcosa di mai visto e lo fa nel migliore dei modi: certo, è difficile abituarsi immediatamente a una lettura così diversa dal solito, ma vale la pena immergersi nel racconto dei tre autori francesi in attesa che questo particolarissimo genere sia portato avanti e perfezionato anche da altri.
In Italia il reportage a fumetti è arrivato grazie all’opera, tra gli altri, di Igort, che con i suoi Quaderni russi ha illustrato la storia della guerra in Cecenia e l’omicidio di Anna Politkovskaya che aveva provato a raccontarla. L’opera, nata nel corso di due anni trascorsi nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, segue i Quaderni ucraini, dedicati alla strage dei contadini kulaki perpetrata da Stalin all’inizio degli anni ’30.
Detto del reportage, con tre brevi esempi che non hanno affatto la pretesa di esaurire l’argomento, è interessante soffermarsi anche sul genere dell’inchiesta a fumetti. Questa vanta una tradizione già notevole anche in Italia, dove abbondano fatti di cronaca e misteri storici su cui la verità è ancora ben lontana dall’emergere. La diffusione di questa forma di graphic journalism si deve soprattutto all’editore BeccoGiallo e ai suoi “fumetti d’impegno civile”.
Nel catalogo BeccoGiallo, accanto a biografie di personaggi illustri della cultura italiana e internazionale trovano spazio tra le altre anche tre collane dedicate alla cronaca. Esplorando il sito dell’editore padovano si scopre un mondo di opere che narrano alcune tra le più importanti vicende di cronaca nera (dal mostro di Firenze alla banda della Magliana), storica (dalla strage di Bologna all’omicidio di Ilaria Alpi) ed estera.
La Cronaca storica, in particolare, è assolutamente ricca di inchieste sulle zone d’ombra dell’Italia del dopoguerra: si parla del delitto Pasolini, di Carlo Giuliani, del sequestro Moro, dei casi Moby Prince, Thyssenkrupp, Ustica, Chernobyl e della recente strage ferroviaria di Viareggio. Un catalogo tutto da scoprire quello di BeccoGiallo, che di recente ha proposto sette fumetti in formato ebook in collaborazione con il quotidiano l’Unità e presentato estratti da alcune opere sul mensile E.
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Ringrazio Alessandra per avermi prestato “Palestina” facendomi conoscere Joe Sacco, ormai un secolo fa, e gli amici dell’Università di Parma (in particolare Arianna) che mi hanno recentemente regalato “Il fotografo”, permettendomi di scoprire quest’opera così particolare e innovativa!