Bil Bol Bul, qualità al potere
È cominciata ieri la sesta edizione di Bil Bol Bul, il Festival Internazionale del Fumetto di Bologna. Nei quattro giorni del calendario (il festival dura fino al 4 marzo) sono previsti numerosi incontri e diverse proiezioni di film d’animazione, accanto alle mostre che popoleranno il capoluogo emiliano anche nelle settimane successive alla conclusione della rassegna.
Nata nel 2001 dall’impegno dell’associazione culturale Hamelin come serie di iniziative dedicate al fumetto, Bil Bol Bul è diventata un Festival nel 2007. Come di consueto, la rassegna offre spazio e visibilità a numerosi protagonisti del fumetto d’autore italiano e internazionale: la sesta edizione, in particolare, accoglie importanti artisti tedeschi quali Isabel Kreitz e Atak.
Nel corso degli anni, Bil Bol Bul ha conservato la sua vocazione per la divulgazione e l’educazione attraverso il fumetto, come dimostra il calendario della manifestazione, anche quest’anno ricco di laboratori per giovani e giovanissimi. Il fiore all’occhiello del Festival sono però le mostre, vincitrici di numerosi premi nelle passate edizioni: da segnalare Coop for words, premio realizzato in collaborazione con la catena di supermercati Coop per dare la possibilità di emergere ai giovani artisti di età compresa tra i 15 e i 35 anni.
Tra gli incontri, invece, come non ricordare quello con Luca Enoch: il fumettista milanese incontra il pubblico domenica 4 marzo alle 18 al Centro di Documentazione dell’Arcigay al Cassero. Autore tra l’altro di Sprayliz, Gea e del più recente Lilith (attualmente in corso per Sergio Bonelli Editore), Enoch è giustamente descritto dal sito di Bil Bol Bul come «un autore capace di sviluppare storie che nella loro struttura seriale conservano una forte impronta autoriale. Enoch crea protagonisti femminili di grande originalità e spessore e inventa intrecci che attraversano i diversi generi del fantastico mescolandosi alle problematiche della nostra attualità». Quale presentazione migliore di questa?
Concludo con una proiezione da non perdere, quella che il cinema Lumière dedica a Joann Sfar: dopo il primo assaggio di ieri sera con il documentario Joann Sfar (dessins) di Mathieu Amalric, stasera alle 20 è in programma Il gatto del rabbino, trasposizione animata dell’omonimo fumetto di Sfar per la regia dello stesso autore e di Antoine Delesvaux. Nella Algeri degli anni ’20 il rabbino Sfar ha un problema: il gatto della figlia si è messo a parlare, e da spirito libero qual è non ha intenzione di tacere su quelli che gli sembrano formalismi di un culto che per lui non ha alcun senso. Da questo atipico confronto nasce una storia profonda e densa di spunti, che cattura lo spettatore con atmosfere lontane e riflessioni esistenziali.
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