Nel nome di Ilaria, Miran e il Nord Africa
Un filo rosso che unisce i vincitori del premio 2011.
Il Premio Ilaria Alpi ha i suoi vincitori. Otto inchieste hanno prevalso in una rosa di 275 candidate, circa un decimo proiettate durante gli ultimi due giorni della manifestazione. Tema comune a molti dei lavori vincenti proprio quel nord Africa così caro alla giornalista uccisa nel 1994.
Il premio per il miglior servizio da tg è andato a Lucia Goracci del Tg3. “Sotto le bombe di Ras Lanouf” documenta l’avanzata delle truppe di Gheddafi nel territorio degli insorti in modo «approfondito e non banale» secondo la giuria. Gilles Jacquier per France2 ha vinto nella categoria reportage internazionale. “Tunisia, la révolution en marche”, che con Christophe Kenck ha conquistato anche il Premio Miran Hrovatin per il miglior cineoperatore, rappresenta «l’essenza del lavoro giornalistico: essere sul posto mentre avvengono i fatti».
Dedicato ancora alla Libia il miglior reportage lungo, di Gian Micalessin e Francesca Ulivi per Mtv news. “I ragazzi e la rivoluzione” ha saputo «rivelare con testimonianze dal basso una realtà altrimenti inaccessibile al pubblico». Il riconoscimento è andato ex aequo a “Evasori”, realizzato da Domenico Iannacone e Danilo Procaccianti per Presadiretta. Un lavoro che secondo la giuria «rivela la realtà, evidente quanto scandalosa dell’evasione fiscale».
Nella categoria miglior reportage breve, vittoria per Luca Rosini di Anno zero con “La sanatoria: quelli della gru”, «fotografia delle contraddizioni nel rapporto tra Italia e migranti». Parla d’immigrazione anche “Manduria, caccia al tunisino sotto gli occhi della questura”, realizzato per la salentina Telerama da Danilo Lupo: il miglior reportage tv locale «fotografa la realtà con un tono irriverente, in contrasto con il giornalismo spesso allarmista di oggi». Il Pre-
mio IA Doc Rai3 per il miglior inedito è andato a Teresa Paoli con “Di tessuti e altre storie”, che racconta la crisi dell’industria tessile a Prato. Martina Proietti e Giovanni Pompili con “Maternità precaria» hanno prevalso nella categoria miglior reportage giovani, con un documento realizzato per Vanguard Italia (Current tv) sulle «giovani donne che scelgono la maternità anche in una situazione lavorativa precaria».
Cinque i riconoscimenti speciali. Il premio della critica è andato ad Anna Migotto e Sabina Fedeli, autrici per Terra (Canale 5) di “Le perseguitate”, servizio sullo stalking. “Ergastolo Bianco”, di Francesco Cordio e Mario Pantoni per Presadiretta, ha ricevuto la menzione speciale docume-tando la realtà dei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani. Agnes Taile si è aggiudicata il Premio Unicredit per il coraggio, dimostrato con il suo lavoro di reporter radiofonica in Camerun, proseguito dopo una morte scampata per miracolo. Bernardo Valli, «il primo giornalista italiano di politica estera ancora in attività», ha vinto il premio alla carriera, mentre un premio speciale è stato conferito a Roberto Saviano, che con la sua opera di divulgazione sulle mafie «mantiene accesa la luce dell’informazione pulita e coraggiosa che è l’obiettivo del Premio Ilaria Alpi».
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