Luca Rasponi

Giornalista e addetto stampa, scrivo per lavoro e per passione.

Lo smog uccide

4 dicembre 2009

Pubblicato su

In 13 città italiane oltre 8.000 morti l’anno per inquinamento

La vita di città uccide davvero. E l’assassino è l’inquinamento. Un problema da sempre conosciuto ma anche sottovalutato, se è vero che le misure adottate per contrastarlo continuano ad essere sporadiche e inefficaci. Provvedimenti tampone, come il blocco temporaneo del traffico, non bastano più ad arginare quella che è ormai una vera e propria strage, stando ai dati che arrivano sempre più numerosi dalla comunità scientifica.

Oms. Il primo e più forte segnale di allarme per l’Italia è stato lanciato nel 2006 dall’Organizzazione mondiale della sanità. Nello studio intitolato Health impact of pm10 and ozone in 13 italian cities, l’Oms ha pubblicato i dati rilevati tra 2002 e 2004 in tredici città della Penisola. La popolazione totale esaminata conta 9 milioni di persone, il 16 percento degli italiani. La media annua di emissioni pm10 è risultata compresa tra i 26 e i 61 microgrammi per metro cubo: il limite fissato per legge a partire dal gennaio 2005 è di 40. E non si tratta di un limite di tolleranza, bensì di sicurezza. In altre parole, il superamento non significa possibile minaccia, ma pericolo concreto per la salute.

La strage. Analizzando questi e altri dati, l’Oms ha registrato 8.220 morti l’anno per cause legate all’inquinamento urbano. Escludendo gli incidenti stradali, prima causa di morte tra la popolazione, il pm10 provoca il 9 percento dei decessi tra le persone sopra i 30 anni. Le vittime nel breve termine sono 1.372: l’1,5 percento della mortalità totale dell’intera popolazione. Da notare che il limite di 40 nanogrammi per metro cubo fissato dalla legge non esclude complicazioni di salute. La soglia individuata dall’Oms per evitare problemi alle persone è pari a 20, tetto a cui si adatterà anche la legislazione italiana a partire dal 2010.

Esposto. Sulla base della relazione Oms, nel giugno 2007 il Codacons decide di avanzare un esposto alle procure delle città prese in esame. La legge italiana in materia di inquinamento urbano prevede infatti che i responsabili per il controllo del pm10 siano il sindaco e, in caso di sua omissione, il governatore della regione. La procura di Firenze apre subito un’indagine. Vengono rinviati a giudizio, tra gli altri, l’ex sindaco Leonardo Domenici e il governatore della Toscana Claudio Martini, attualmente sotto processo. Dopo un secondo esposto, presentato nell’ottobre 2009, anche la procura di Milano decide di aprire un’indagine sugli amministratori locali. Cosa ha fatto cambiare idea alla procura lombarda?

Po.e.mi. A invertire la decisione delle autorità milanesi sono i dati dello studio Pollution and emergencies in Milan (Po.e.mi), commissionato dal Comune di Milano a cinque ospedali della città, che per due anni hanno registrato ricoveri e patologie connessi allo smog. I dati emersi sono allarmanti: 53.514 ricoveri legati all’inquinamento nel periodo preso in esame. Una media di 73 al giorno. Il dato è ancor più preoccupante perché rilevato recentemente, quando già era in vigore la legge contro lo smog. E perché si tratta di casi reali e non di stime.

Legambiente. Il problema dell’inquinamento da pm10 è seguito con attenzione da Legambiente, che ogni anno pubblica il rapporto Mal d’aria. Tra le iniziative dell’associazione c’è anche il monitoraggio costante dei livelli di smog in tutti i capoluoghi di provincia della penisola. Sul sito La mia aria è possibile conoscere la classifica delle città più inquinate d’Italia in base al numero di superamenti del limite giornaliero di pm10. Un controllo costante per un problema ancora in attesa di soluzione.

 

L’articolo originale su PeaceReporter.

Tag: , , , ,

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *