Luca Rasponi

Giornalista e addetto stampa, scrivo per lavoro e per passione.

L’America di Mario Praz

9 febbraio 2008

Pubblicato su

Saggio breve pubblicato nell’ambito dell’esame di Letteratura italiana (Corso di laurea in Giornalismo e Cultura editoriale – Università degli studi di Parma).

 

Ivan Albright - That which I should have done I did not doIl mondo che ho visto è l’ultima opera di Mario Praz, in cui il grande critico porta a termine il lavoro di raccolta dei suoi scritti di viaggio incominciato negli anni ’50. Il libro esce infatti in due edizioni, separate nel tempo da quasi trent’anni: la prima è pubblicata a Firenze da Sansoni nel 1955, e si compone di due volumi; la seconda, in volume unico, esce a Milano nel 1982 per i tipi di Adelphi. Negli scritti che vanno dalla Premessa a Il senso del passato (pp. 1-162, ed. Adelphi), l’autore ci conduce alla scoperta dell’America seguendo un itinerario non convenzionale, che evita le grandi mete “obbligate” per il comune turista, confermando una volta di più la sua straordinaria capacità di valorizzare in modo significativo prospettive all’apparenza marginali.

L’edizione del 1982 è introdotta da una Premessa redatta appositamente, dedicata al confronto tra i tempi del Grand Tour e il XX secolo, epoca di livellamento economico e dunque di turismo di massa. Praz s’interroga se valga davvero la pena “ristampare impressioni di viaggi intrapresi […] oggi che i viaggi non si leggono ma si fanno a un relativo buon mercato”. La risposta, naturalmente, è positiva, dal momento che “Pochi viaggiatori sanno essere personali, sanno vedere con occhi che penetrano l’essenza delle cose; i più vedono con un comune paio d’occhiali, che appiattisce e banalizza”. Non c’è bisogno di aggiungere che gli occhi di Praz sanno penetrare magistralmente non solo lo “spirito delle cose”, ma anche lo “spirito delle epoche”, quello Zeitgeist tanto caro ai filosofi romantici che Praz è in grado di estrapolare dalla semplice vista di una casa dismessa o di un cumulo di cianfrusaglie in disuso.

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